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COVID-19 e Filtri per Maschere

Su AEROFEEL non si trovano consigli su come difendersi dal nuovo coronavirus attraverso maschere e respiratori.

Data la novità della minaccia è necessario un periodo di adeguamento culturale e normativo per capire profondamente la nuova sfida e valutare se i tradizionali dispositivi di protezione individuale industriali siano adatti alla nuova emergenza sanitaria.

Le considerazioni che seguono sono dettate dal buon senso, citando fonti autorevoli ove possibile e non dando mai consigli, ma solo spunti.
Ogni decisione è lasciata al lettore, quelli che seguono sono solo punti di vista e non inviti a agire o acquistare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia per gli operatori sanitari a contatto con malati di SARS-CoV-2 impegnati in attività che generano aerosol, facciali filtranti di fattore di protezione almeno FFP2 secondo norma EN149 (o N95 in riferimento a norme NIOSH per il mercato USA).

Il prominente produttore italiano BLS spiega quali siano le maschere FFP2 e FFP3 adatte alla filtrazione di polveri vapori e aerosol che possono essere il mezzo di trasporto del virus 2019-nCoV.

Spesso ci si chiede se le semimaschere tradizionali a filtri intercambiabili in classe P2 e P3 o semimaschere a filtri fissi non monouso come la serie 4000 di 3M siano adatte a questo scopo.

Per fattore di protezione queste maschere sono almeno efficienti quanto le FFP2 precedentemente citate.

Il problema della contaminazione della maschera

Le maschere monouso, se indossate in modo corretto e non riutilizzate hanno il vantaggio di non essere vettore di contaminazione.

Le maschere riutilizzabili, a fronte dell’indubbio vantaggio di una lunga vita operativa, hanno la debolezza di essere più inclini alla contaminazione.

Si pone un problema di igiene della maschera e del filtro non sempre risolvibile.

A volte pulire profondamente la bardatura di una maschera è semplice, non sempre è semplice pulire un filtro che non si possa sostituire.

Il problema della contaminazione naturalmente rimane valido sempre, anche per le maschere monouso qualora non vengano sostituite.

Il problema della scarsità di offerta di maschere

In questo momento storico la domanda di maschere monouso non è proporzionata all’offerta e spesso anche le maschere monouso vengono riutilizzate per semplice scarsità sul mercato del prodotto, in queste condizioni anche le maschere monouso hanno il medesimo problema delle maschere riutilizzabili.

il CDC (Center for Disease Control and Prevention) ha redatto un documento con cui propone alcune linee guida per l’utilizzo per un periodo di tempo esteso e per il riutilizzo di facciali filtranti anche per operatori sanitari.

Il documento, è disponibile a questo link e descrive le condizioni alle quali un facciale filtrante può essere riutilizzato o utilizzato per un periodo esteso.

In caso di riuso bisogna evitare che la stessa maschera sia riutilizzata da più persone, bisogna lasciarla in un luogo pulito e delimitato e va evitato il contatto con altre maschere destinate a essere riutilizzate.

In mancanza di altre indicazioni da parte del produttore della maschera il riutilizzo va limitato a cinque volte.

Meglio le maschere con valvola o senza valvola?

Le maschere con valvola sono sempre state preferite per questioni di comfort, la valvola di esalazione infatti consente di espellere velocemente calore e umidità dovute all’espirazione.

Se la maschera serve a proteggere chi la indossa la presenza di valvola è ininfluente, ma se la maschera viene indossata da chi ha contratto il virus e vuole preservare gli altri, allora la presenza di valvola può rappresentare un punto di bypass dal filtro e una possibile causa di esalazione di aerosol contaminante.

Secondo questo documento 3M in questo momento non c’è uno studio che dimostri o che escluda che durante l’espirazione si emetta materiale contaminante da un facciale filtrante dotato di valvola, va in ogni caso evitata la valvola quando è richiesto che si mantenga un ambiente sterile.

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